Terapia Cognitivo Comportamentale Firenze

Terapia Cognitivo Comportamentale Firenze

Terapia Cognitivo-Comportamentale: un approccio efficace per guarire

La Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale spiega il disagio emotivo attraverso la relazione tra pensieri, emozioni e comportamenti. Gli eventi influenzano le nostre emozioni ma pensieri e comportamenti determinano la loro intensità e la loro durata.

La Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale è attualmente considerata a livello internazionale uno dei più affidabili ed efficaci modelli per la comprensione ed il trattamento dei disturbi psicopatologici, sia per adulti che bambini, in quanto mira a modificare i pensieri e comportamenti disfunzionali dell’individuo, in modo da migliorarne la qualità di vita o di risolvere l’eventuale psicopatologia.

Per questo si avvale di procedure mirate alla modificazione non solo dei comportamenti manifesti, ma anche delle emozioni, dei convincimenti, degli atteggiamenti, degli stili cognitivi e delle aspettative del soggetto, queste modalità tipiche di pensare e agire sono chiamati schemi in psicoterapia cognitiva.

Nella psicoterapia cognitiva, la sofferenza sorge quando le persone provano emozioni negative come ansia, paura, depressione, rabbia, colpa o vergogna. Questi sentimenti hanno una funzione importante, ed in alcuni casi ci aiutano ad affrontare meglio i problemi quotidiani. A volte però talune emozioni come un'ansia eccessiva, la depressione, la rabbia sono troppo intense o durature per permettere ad una persona di avere buoni rapporti con gli altri, di realizzarsi nel lavoro e di trarre soddisfazione dalla vita di tutti i giorni. La Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale insegna al paziente a sostituirli con pensieri più realistici, arricchiti, flessibili o comunque più funzionali al benessere dell’individuo. Questo viene fatto non solo attraverso la discussione e la riformulazione delle convinzioni disfunzionali, ma anche grazie a diverse tecniche di intervento dirette alle emozioni e comportamenti.

L’intervento comportamentale: aiuta a modificare la relazione fra le situazioni che creano difficoltà e le reazioni emotive e comportamentali abituali che la persona tende a mettere in atto in specifiche circostanze, grazie all’apprendimento di nuove modalità di risposta.

La terapia cognitivo comportamentale è:

  • Diretta allo scopo: dopo una prima fase di valutazione, vengono concordati insieme gli obiettivi da raggiungere. Viene quindi stabilito un programma di trattamento adatto alle caratteristiche e ai bisogni del singolo, vengono previsti i tempi dell’intervento e le modalità di valutazione dei cambiamenti desiderati.
  • Centrata sul presente: il lavoro terapeutico è volto ai problemi attuali dell’individuo e si basa sull’elaborazione di quello che succede nella sua vita attuale. L’esplorazione di ciò che è avvenuto nel passato risulta importante per capire meglio come si sono sviluppati e consolidati nel tempo i problemi oggi presentati, ma non costituisce l’elemento cardine su cui basare la terapia.
  • A breve termine: la durata dell’intervento può variare a seconda degli obiettivi, della gravità e della tipologia della problematica. Lo scopo della terapia tuttavia è quello di fornire alla persona le tecniche e gli strumenti per acquisire autonomia nella gestione delle situazioni problematiche; l’intervento quindi tende ad avere una durata limitata nel tempo, che in genere è contenuta tra i 3 e 9 mesi.
  • Pratica e concreta: la terapia fornisce all’individuo strumenti e tecniche pratiche di fronteggiamento e gestione dei problemi.
  • Scientificamente fondata: la terapia cognitivo comportamentale si basa su studi di efficacia e su protocolli di intervento scientificamente fondati (American Psychiatric Association; National Institute for Health and Clinical Excellence), ha assunto il ruolo di trattamento d’elezione per i disturbi d’ansia, così come attestano recenti documenti diffusi dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS).

Le linee guida dell’APA sono, dunque, una svolta nell’approccio ad alcuni disturbi psichiatrici e ridimensionano la tendenza a un esagerato ricorso agli psicofarmaci che in questi ultimi anni sono stati a volte considerati alla stregua di una panacea. Da un’attenta analisi di queste linee guida emerge che la psicoterapia cognitiva rappresenta, ad oggi, il trattamento da consigliare al paziente come intervento elettivo per molti disturbi psichiatrici quali:

  • disturbi di ansia e più precisamente il disturbo ossessivo-compulsivo, il disturbo da attacchi di panico, la fobia sociale;
  • la depressione e le ricadute;
  • il disturbo post-traumatico da stress;
  • i disturbi alimentari e in particolare la bulimia.

Articolo a cura della
Dott.ssa Francesca Birello
Psicologa e Psicoterapeuta a Firenze

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Dr.ssa Francesca Birello

Psicologa e Psicoterapeuta a Firenze
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Iscritta all’Albo Professionale degli Psicologi della regione Toscana n. 4177
Laureata in Psicologia

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