I disturbi dell’umore sono chiamati anche disturbi affettivi, nei quali il paziente vive una grave alterazione del tono dell’umore. Perchè si possa definire patologia occorre che tali alterazioni siano prolungate nel tempo ed interferiscano sulla normale vita quotidiana, che sia familiare, lavorativa o sociale.
Quello che caratterizza tutti i disturbi dell’umore è un quadro emotivo intenso, come profonda depressione o eccessiva euforia.
I disturbi dell’umore sono psicopatologie disfunzionali che producono sofferenze psicofisiche e riduzione della qualità della vita.
Nel Manuale statistico e diagnostico dei disturbi mentali (DSM5) i disturbi dell’umore sono divisi in due categorie: i disturbi depressivi e i disturbi bipolari.
A tutti capita di provare, in alcuni periodi della propria vita, emozioni come tristezza, paura, sconforto, abbattimento. Essere tristi è normale e fa parte della vita. Ma in un soggetto sano queste sensazioni hanno durata limitata. Si parla invece di depressione quando il disturbo dell’umore è pervasivo ed influenza notevolmente il funzionamento sociale, lavorativo e relazionale della persona. Prima si riconosce e migliore sarà la prognosi. Questa categoria comprende la depressione maggiore che è una depressione non legata a particolari eventi come lutti, perdite, abbandoni o eventi stressanti e che si manifesta attraverso sintomi come umore depresso, perdita o aumento significativo di peso, insonnia o ipersonnia, bassa autostima, agitazione o al contrario rallentamento psicomotorio, diminuzione della capacità di attenzione e concentrazione. Sempre nella categoria dei disturbi depressivi c’è anche il disturbo distimico che si manifesta con gli stessi sintomi e con un umore depresso per la maggior parte del tempo e per almeno due anni. È importante che nel corso dei due anni la persona non sia mai stata priva dei sintomi indicati per un periodo pari a due mesi.
I disturbi bipolari, invece, a differenza dei disturbi depressivi, che sono caratterizzati da una sola polarità, ovvero si vive su un unico tono “down”, nei disturbi bipolari osserviamo la presenza di episodi maniacali o ipomaniacali alternati da episodi depressiviche, quindi si presenta un’alternanza di umore “down” con un umore “up”, elevato, euforico che si chiamano episodi maniacali. In questa fase la persona può parlare molto, può avere un pensiero dal contenuto accellerato, ridotto bisogno di sonno, attivazione psicomotoria fino a portare a comportamenti disinibiti o spese eccessive, aumento del livello di attività in ambito lavorativo, sociale o sessuale.
I disturbi dell’umore costituiscono una patologia molto diffusa tra la popolazione generale e, soprattutto la depressione è un motivo di consultazione del medico di famiglia.
Secondo le linee guida NICE (National Institute for Health and Clinical Excelence, 2011) la psicoterapia di tipo cognitivo-comportamentale (CBT) e la terapia interpersonale sarebbero i trattamenti efficaci ed elettivi per i disturbi del tono dell’umore.
Negli ultimi decenni la CBT riconosciuta come un trattamento particolarmente efficace, soprattutto se in associazione alla terapia farmacologica.
Bibliografia
Articolo a cura della
Dott.ssa Francesca Birello
Psicologa e Psicoterapeuta a Firenze
Psicologa e Psicoterapeuta a Firenze
P.I. 05704670487
Iscritta all’Albo Professionale degli Psicologi della regione Toscana n. 4177
Laureata in Psicologia
Ordine degli Psicologi Toscana | Sitcc | Associazione IL LUMICINO - Firenze | EMDR - Associazione per l'EMDR in Italia | Salute a Colori